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Nella serie #ELRPUB non poteva mancare la casa editrice PubCoder, una delle prime case editrici digitali italiane con sede a Torino di cui c’è un breve accenno in un’altra intervista con Daniela Calisi. Alle domande della ELR questa volta risponde Paolo Albert, uno dei cofondatori della ditta software, che ci racconta come si è sviluppato il progetto iniziato nel 2010 e come si è evoluto il settore dell’editoria digitale. In uno stile al quanto sobrio, Albert spiega anche quali sono i vantaggi delle tecnologie applicate da PubCoder e quali potrebbero essere i futuri sviluppi del settore.
ELR: Paolo Albert, nel 2013 hai fondato insieme a Paolo Giovine, Angelo Scicolone e Enrico Gazzano la ditta software PubCoder, una delle poche case editrici in Italia attiva nell’ambito dell’editoria digitale. Ci racconti quando è nato l’interesse per l’editoria digitale e come si è formato il gruppo dei fondatori di PubCoder?
Paolo Albert: Con Paolo Giovine siamo amici di vecchia data, nel 2010 la nostra esperienza come papà e l’avvento del primo iPad ci ha ispirati nello stesso modo: abbiamo visto subito enormi potenzialità nel settore dei libri interattivi per bambini. All’inizio pensavamo di sviluppare direttamente dei prodotti pensati ad hoc, poi abbiamo iniziato a ragionare su uno strumento che permettesse di abbattere i costi e fosse facile da utilizzare: anche senza scrivere codice. L’idea era quella di dare a chi non era programmatore la possibilità di sviluppare un progetto interattivo in tutte le sue fasi: dalla bozza alla pubblicazione. Ci mettiamo alla ricerca di uno sviluppatore e ci imbattiamo in Angelo Scicolone con cui lavoriamo alla prima versione del software. Nel 2013 nasce ufficialmente la nostra start up.
ELR: Nella pagina dei Case Studies è possibile scaricare e leggere alcune opere che sono state create con PubCoder. Gli autori dei libri, si legge in cima alla pagina, “pubblicano libri in diversi formati e in diverse lingue sui più importanti bookstore online”. Quali sono i formati e i generi letterari che finora sono stati creati con PubCoder?
Paolo Albert: PubCoder è nata principalmente per realizzare eBook per bambini, ma le stesse funzionalità sono utili per qualsiasi contenuto a interattività complessa, ad esempio: graphic novel, libri per la scolastica con la possibilità di implementare gli eventuali esercizi, libri studiati apposta per i lettori dislessici la cui fruizione è totalmente personalizzabile, cataloghi con interazioni per una user experience di gran lunga migliore rispetto ai pdf statici e prodotti animati per il digital storytelling dei brand. Il software è stato utilizzato da piccoli e grandi editori internazionali per bambini, da MacMillan a Giunti, da Bonnier a De Agostini; agenzie creative l’hanno usato per raccontare storie dei loro clienti; moltissimi self-publisher se ne sono serviti per pubblicare le loro storie. Su questa pagina trovate un elenco dei prodotti che sono stati fatti con PubCoder.
ELR: Sul sito è anche possibile creare un Shelf, ovvero un ecosistema per la distribuzione dei libri creati con PubCoder. Quali sono i vantaggi di un Shelf e da cosa è nata l’esigenza di creare una nuova piattaforma online piuttosto che usare quelle già esistenti?
Paolo Albert: Quasi sempre gli utilizzatori di PubCoder hanno l’esigenza di pubblicare lo stesso contenuto su piattaforme diverse, questo significa conoscere tutti i formati e le tante regole degli store. Ci siamo quindi chiesti se non fosse utile creare un ambiente dove pubblicare e distribuire i propri contenuti creati con PubCoder. Ѐ nato così Shelf un’app library totalmente personalizzabile dal cliente, dal template grafico alla struttura di navigazione, che permette la vendita diretta su App Store e Google Play Store.
ELR: PubCoder offre anche corsi di formazione. Come sono strutturati i corsi e a chi sono rivolti?
Paolo Albert: Abbiamo organizzato corsi di formazione per molto tempo, oggi con un pubblico sempre più vasto e internazionale ci rivolgiamo direttamente alle scuole in cui si insegna grafica e design e ai partner che hanno aggiunto PubCoder tra i loro strumenti.
ELR: I progetti PubCoder possono essere esportati nel formato fisso (fixed layout EPUB3). A cosa è dovuta questa scelta e quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questo formato?
Paolo Albert: Il formato fisso permette al creativo di avere controllo pixel per pixel del contenuto. Ad esempio, una palla che rimbalza dal punto A al punto B dovrà avere delle coordinate specifiche tutte le volte che cambiano le proporzioni del progetto. Questo significa che il contenuto è sempre tagliato ad hoc per il dispositivo d’atterraggio, un lavoro “in più” all’inizio, ma che consente di avere un risultato preciso alla fine.
ELR: In un tuo articolo pubblicato su medium.com spieghi la differenza tra il Desktop Publishing (DTP) e il web-based software accennando alla possibilità di usufruire della tecnologia dell’Intelligenza Artificiale per unire queste due modalità di pubblicazione. Prendendo spunto da questa tua intuizione, secondo te come si svilupperà la tecnologia dell’editoria digitale?
Paolo Albert: Se pensiamo che l’hype del momento sono gli audiolibri, ci sono sviluppi molto promettenti legati all’applicazione di nuovi tool di AI a questa tipologia di prodotto, penso ad esempio ad Amazon Alexa e ad Amazon Echo. La sfida per gli editori, ancora una volta, è quella di saper cogliere le opportunità senza per forza viverle come una minaccia.
ELR: Nel 1997 il Project Gutenberg, iniziato nel 1971, raggiunge il numero 1000 di libri pubblicati con l’ebook #1000 “La divina commedia” di Dante Alighieri. Come si sono sviluppati il mercato e la modalità di vendita e di diffusione dei libri elettronici in questi 20 anni?
Paolo Albert: Amazon è stato il primo motore di sviluppo dell’ebook. Il lato negativo è che l’azienda di Seattle vede il libro in pura ottica commerciale. Si dice infatti che una delle strategie del successo della sua piattaforma di e-commerce sia stato proprio il libro, utilizzato come vero e proprio cavallo di Troia (il target “lettore”, si sa, è alto spendente). Dall’altra parte questo puro interesse commerciale è anche la croce dell’ebook, nel senso che non c’è scarsa propensione a innovare il formato, se non è supportato o giustificato da ragioni meramente commerciali. Amazon, ancora oggi, è padrone indiscusso del mercato, e qualsiasi discorso di crescita e futuro non può che passare dalle loro grinfie.
ELR: Come si è sviluppato invece il mercato dei libri elettronici in formato EPUB?
Paolo Albert: Il formato EPUB è uno standard che ha conosciuto la sua fortuna grazie alla diffusione dei Reader. Con l’avvento della terza versione dello standard (EPUB3, appunto), si è intravista l’opportunità di evolvere il formato verso nuove frontiere di lettura: non solo romanzi di testo, ma anche libri per bambini in fixed-layout, l’introduzione dell’interattività, la possibilità di pubblicare veri e propri “magazine”. Tuttavia, il nuovo formato ha faticato nel diffondersi. Come detto, il leader di mercato è Amazon che usa un altro formato, e quindi l’EPUB viene scartato dai produttori di contenuti perché percepito il rapporto costo/opportunità di lavorare quel formato è troppo elevato.
ELR: In che modo vengono salvate e archiviate opere interattive e multimediali come gli ebook di PubCoder?
Paolo Albert: PubCoder è un software di authoring, e permette di esportare un file che è totalmente nelle mani del suo autore. Ci sono in effetti dei campi di metadatazione per aiutare i distributori (soprattutto di ebook), ma tendenzialmente non è un problema di cui ci siamo mai direttamente occupati.
ELR: Quanto è importante conoscere le lingue di programmazione per creare degli e-book in formato EPUB? Che consigli daresti a coloro che vogliono iniziare a imparare a programmare?
Paolo Albert: Il linguaggio HTML è fondamentale perché è la base per la formattazione del testo e degli altri contenuti (img, video), per la “taggatura” semantica dei contenuti che permette di rendere l’ebook accessibile, ecc. Il formato EPUB stesso è a sua volta un formato che definisce un modo standard di impacchettare contenuti di pagine/paragrafi che sono costruiti in formato HTML. Quindi nessun dubbio: andate sul sito del W3C senza perdere altro tempo!